Renato Lombardo: la differenza che passa fra “quello che ho già fatto” e “quello che farò”
Renato Lombardo è una di quelle persone da considerare patrimonio e leva di un movimento intellettuale senza segno e colore, che agita culturalmente da quant’anni a questa parte la città di Catania: e non solo. Ha organizzato oltre 30.000 spettacoli molti dei quali come direttore artistico della storica associazione The Brass Group e poi al Brass Jazz Club La Cartiera; in famiglia, il padre Rocco Lombardo negli anni ’60 diede l’avvio ad una propulsione nel mondo dei teatri “altri” rispetto a quelli statali fondando il Teatro Sud in via Re Martino, – nel quale si esibiva il fratello Roberto – divenuto poi Nuovo Teatro quando Renato all’età di 21 anni lo cominciò a gestire in prima persona. Renato Lombardo è padre di 2 figli di venticinque e trentuno anni.
Non ha mai disconosciuto Catania, ha vissuto e lavorato orgogliosamente da catanese affermato, viaggiando comunque per il mondo alla ricerca di nuovi autori, talenti, spettacoli off: per quasi dieci anni lo ha fatto tra Parigi e Dubai dove ha ideato e diretto il Dubai Jazz Festiva; poi altri sei a Milano, avviando e producendo nel 2016 un sogno che insieme a Francesca Romana Vitale si erano portati da Edimburgo ed Avignone, il Milano Off Fringe Festival, grandiosa e variopinta idea di città-spettacoli a porte aperte, un format internazionale di marketing territoriale, artistico/turistico che lo scorso ottobre sono riusciti ad organizzare anche a Catania, aprendo ad una iniziativa che non ha precedenti (in questi giorni al Teatro Stabile si sono esibiti e si esibiranno i vincitori della scorsa edizione). Numerosi teatri coinvolti, lavori provenienti da ogni parte, colori, inflessioni e pensieri, la città si è trasformata in un magnifico circo, una fucina a cielo aperto, dove ciascuno spettatore poteva trovare la sua idea di spettacolo, realizzando per sé un giovamento ed un benessere incredibili.
Suo nonno materno era Carmelo Di Bella, allenatore del Calcio Catania negli anni ’60/’70 quando si urlava “Clamoroso al Cibali!”, quando il calcio era asciutto ed autentico: egli soleva dire “le chiacchiere non fanno punti; forse riescono a esaltare la fantasia, a creare i personaggi ma non servono a nulla. Molti allenatori vivono soltanto di questo; fa sempre brodo – dichiarano – e io ribadisco che la sostanza delle cose, alla lunga, viene a galla“. Renato Lombardo durante la sua carriera, sebbene in altro ambito, ha fatto suo questo principio, scommettendo di persona, investendo economie personali e sforzi professionali nel mondo dell’arte, del teatro, della musica, senza risparmiarsi davvero, anche nei momenti più difficili.
E poiché non uno che le cose le manda a dire, in questa fase, che ci auguriamo tutti di rinascita della nostra bella Catania, scende in campo per le prossime elezioni comunali, che si terranno domenica 28 e lunedì 29 maggio, come candidato al consiglio comunale nella lista civica “Enrico Trantino sindaco per Catania”, con lo slogan “da 40 anni con passione al servizio della cultura a Catania”: perché è davvero questa la differenza: Renato Lombardo procede da ciò che ha già fatto verso altri progetti che si augura vivamente di realizzare, in una nuova veste, quella che lo vede coinvolto politicamente in prima persona.
“La mia campagna elettorale comincia dal cuore della città – dichiara Lombardo – a fianco di un uomo di valore e un professionista che stimo e reputo la migliore scelta per Catania. Lo faccio con una lista civica perché sono convinto che il benessere di ognuno di noi appartiene alle emozioni che non hanno colori, bandiere e limiti. Una sfida non semplice che desidero fare per dare il mio contributo”.
“La mia promessa è di battermi con decisione e passione, come ho sempre fatto nel mio lavoro, – continua Lombardo – rappresentando tutti coloro che hanno bisogno di arricchimento interiore, di una visione di rinascita metropolitana di Catania dal centro storico alle periferie, ed è per questo motivo che ho deciso di far partire a San Berillo la mia candidatura. È necessario contrastare l’impoverimento emozionale, sociale e culturale partendo dalle scuole e da tutte quelle realtà che vedono come protagonista il mondo dei giovani. Per tendere ad una società felice non basta solo il parametro quantistico del PIL, ma è necessario anche il FIL (Felicità Interna Lorda). Troppo spesso, ci soffermiamo solo sulle cose brutte e lasciamo che il bello si distrugga”.